Le attività della fondazione coprono diversi ambiti come la ricerca medica (soprattutto lotta all’AIDS e alla malaria, le malattie più diffuse nei paesi poveri), mentre altre seguono numerosi progetti per migliorare le condizioni di vita nel terzo mondo anche nel campo dell’educazione. Nuovi obiettivi per l’agenda filantropica della fondazione benefica guidata dai coniugi Bill e Melinda Gates, in un corposo manifesto volto a sfatare quei miti che da troppo tempo bloccano il progresso per le nazioni in stato di povertà. L’ex-CEO di Microsoft ha esordito con una profezia perl’anno 2035, quando non sarà rimasto un solo paese povero in tutto il mondo. Con particolare riferimento all’Africa, il manifesto della Bill & Melinda Gates Foundation non è affatto d’accordo con la teoria socio-economica secondo cui “le nazioni povere sono condannate a restare tali”. Nel corso di una trasmissione TV USA, viene chiesto a Bill Gates come intende promuovere Gates Later.com .Risposta: con un video virale.Il founder di BigM ha sottolineato come città e nazioni africane siano cresciute grazie agli aiuti umanitari, al volontariato per le scuole, alla lotta contro virus letali come l’HIV. Un altro mito – “gli aiuti provenienti dall’estero sono una perdita di denaro” – andrebbe combattuto con la massima serietà, dal momento che milioni di bambini hanno ricevuto assistenza medica cruciale per la loro sopravvivenza.Se l’impegno filantropico profuso da Gates negli ultimi anni rappresenta un netto distaccamento da casa Microsoft, la faticosa ricerca del nuovo CEO dopo l’addio di Steve Ballmer trova spiegazione nel ruolo-ombra mantenuto dallo stesso founder ai vertici del colosso di Redmond. La teoria più accreditata tra gli osservatori di mercato vede i vari candidati alla successione preoccupati per la continua presenza di Gates nella fase decisionale per le future strategie societarie. Mentre Gates ricopre il suo ruolo di ambasciatore delle attività umanitarie sul pianeta, il founder di Wikipedia Jimmy Jimbo Wales occuperà la posizione di co-chairman dell’organizzazione The Peoplès Operator (TPO), il nuovo carrier mobile “etico” che ha promesso di devolvere il 25 per cento dei suoi profitti per combattere la povertà. Lo stesso Wales vuole perseguire un senso più alto di “comunità” dopo quella enciclopedica, aderendo al progetto dell’operatore virtuale britannico per la vendita di SIM a contratto per il traffico voce e dati.