Open-Innovation-2.0Si è tenuta a Nizza la Intel ERIC acronimo che sta per “European Research & Innovation Conference”, un’occasione per comunicare le attività di ricerca su cui i laboratori Intel e i suoi partner stanno lavorando.Alla base della ricerca c’è quello che viene chiamato “Open Innovation 2.0”, un paradigma che punta a creare innovazione in molteplici campi sfruttando la cosiddetta “ricerca collaborativa”. Non solo laboratori specializzati ma università, industria e governo, uniti assieme per raggiungere scopi comuni tramite un processo di idee che può realmente prendere forma in tecnologie, prodotti e servizi.L’obiettivo è quello di portare l’Europa a livelli concorrenziali entro il 2020, migliorando anche il sistema d’investimento, prediligendo la ricerca e innovazione applicata. L’insieme delle fonti di ricerca oggi è attivo in molteplici campi, come le città sostenibili, l’automotive, il visual computing e soprattutto la tecnologia “low carbon”, cioè a basso impatto ecologico, in grado di migliorare e preservare le risorse naturali.I pilastri su cui si fonda l‘Open Innovation sono molteplici ma tra quelli fondamentali c’è la condivisione e la collaborazione tra governi, accademie, industria e cittadini.In questo panorama viene molto semplice chiedersi quale ruolo può giocare l’Italia e se, rispetto altre nazioni, possa essere meno favorita in questo grande disegno. Curley ci ricorda che il paradigma su cui si basa l’Open Innovation 2.0 non è legato al posto in cui si attua, poiché alla base di tutto c’è la cooperazione tra i singoli individui, ma è chiaro cheun governo stabile è un elemento che non può mancare.