Se in passato le minacce provenienti dalla rete colpivano solo i Personal Computer, mettendo a rischio la sicurezza e i dati personali degli utenti, con il passare del tempo i pericoli si sono spostati anche sui dispositivi mobili come smartphone e tablet, colpendo soprattutto la piattaforma mobile Android, in quanto la più diffusa al mondo. Nel mese di giugno 2004 ha fatto per la prima volta la sua comparsa Cabir, il primo virus per cellulari, probabilmente creato dal gruppo di hacker 29A. L’obiettivo dei pirati informatici era quello di mettere in evidenza le debolezze di Symbian, l’allora diffusissimo sistema operativo realizzato da Nokia. Da allora, l’evoluzione di questi codici nocivi non si è più fermata. La società specializzata in sicurezza informatica Fortinet ha tracciato una sorta di mappa dell’evoluzione dei virus. Nel 2005 ha fatto la sua comparsa Commwarrior, che ha avuto come bersaglio sempre Symbian.Il worm è stato decisamente più sofisticato del suo predecessore, poiché ha sfruttato gli MMS, per diffondersi attraverso le rubriche telefoniche delle vittime. RedBrowser, che ancora una volta ha colpito Symbian, ingannava l’utente promettendo navigazione WAP gratuita, ma in realtà inviava di nascosto dei messaggi a tariffa speciale prosciugando il credito telefonico delle vittime. ZitMo, una variante per smartphone del trojan Zeus per Windows, era invece stato progettato con l’obiettivo di rubare i codici di accesso alle banche online (i cosiddetti mTAN) e prosciugare i conti correnti delle sue vittime. Il malware aveva varianti per tutte le piattaforme mobile più diffuse: Symbian, Windows Mobile, BlackBerry e Android. Da quel momento in poi, l’attenzione degli hacker si è concentrata sul robottino. I dati sul proliferare di questi virus non sono rassicuranti e impongono che gli utenti prestino sempre più attenzione alla sicurezza dei propri dispositivi. Il 2013 può essere considerato come l’anno in cui gli attacchi mobile sono diventanti professionali, con cybercriminali sempre più precisi e complessi.Con l’esplosione degli smartphone e di altre tecnologie mobile, una ragionevole previsione è la convergenza tra i malware PC e mobile. Oltre ai dispositivi mobili, l’obiettivo più probabile del prossimo futuro è l’Internet delle Cose. Sebbene sia molto difficile prevedere il numero di oggetti connessi sul mercato nei prossimi cinque anni, si stima che 30 milardi di oggetti saranno connessi entro il 2020.