Lo sviluppo della ricerca e della tecnologia sull’idrogeno nei  prossimi decenni potrebbe rendere tale combustibile un’industria multi-miliardaria nei soli Stati Uniti, secondo il think tank sulla politica climatica Energy Innovation. Entro il 2050, l’industria dell’idrogeno negli Stati Uniti potrebbe generare fino a 170 miliardi di dollari di ricavi annui e realizzare profitti combinati di oltre 100 miliardi di dollari, se la domanda di idrogeno come carburante per un veicolo si traduce in veicoli alimentati a idrogeno al 5% su strada in 2050 e se l’idrogeno è prodotto interamente dall’elettrolisi. Anche l’Italia e i big nazionali attivi nel settore energia hanno scommesso sull’idrogeno. In prima fila c’è Snam secondo cui l’utilizzo di tale fonte prodotto tramite rinnovabili come vettore energetico pulito, può essere una risposta ai cambiamenti climatici, ha scritto l’amministratore delegato di Snam Marco Alverà in un intervento pubblicato nell’edizione online del Financial Times. “Le reti del gas esistenti possono aiutare. Gli studi attuali e il progetto pilota di Snam in Italia ci dicono che è possibile sostituire dal 5 al 10% di gas naturale con idrogeno senza investimenti significativi”. Per Alverà l’Europa potrebbe dare vita a una “Airbus dell’idrogeno” mettendo insieme risorse e competenze per far crescere il mercato degli elettrolizzatori, componenti essenziali per generare il combustibile dall’elettricità rinnovabile attraverso l’elettrolisi. Il futuro ci darà a breve una risposta.