2“Se lo ami non capisci molto di tipografia. Se lo odi in realtà non ne capisci ugualmente di tipografia e dovresti trovarti un nuovo hobby”. Queste le parole del leggendario designer Vincent Connare, creatore del carattere tipografico “Comic Sans” vent’anni fa, usate per descrivere una certezza: il fatto che se ne parli ancora oggi non può che essere la prova del suo straordinario successo pubblico. Il famoso font Microsoft, per i suoi 20 anni, viene celebrato con la creazione di una speciale macchina da scrivere. Il suo ideatore voleva ispirarsi all’aspetto delle scritte di Watchmen e Il ritorno del cavaliere oscuro (che, per intenderci, sono miniserie a fumetti con protagonisti dei supereroi, disegnati dal britannico Dave Gibbons), pensandolo inizialmente come sostituto del Times New Roman, considerato da Connare troppo serio e formale, nei fumetti dell’interfaccia Microsoft Bob, ma questo non fu possibile a causa del ritardo con cui venne terminato. All’origine della sua realizzazione, ci sarebbe proprio la matita del disegnatore grafico Dave Gibbons, il quale, andando a rileggersi proprio il lettering realizzato su Watchmen, mise gradualmente nero su bianco l’ormai celeberrimo Comic Sans (ed ecco spiegato anche il perché del suo nome). Il debutto del Comic Sans, per il ritardo con cui venne messo a punto nella sua versione finale, avvenne nel programma 3D Movie Maker, nel 1995 con il lancio di Windows 95, e da lì iniziò la sua scalata verso la notorietà. Questa la breve storia di un font qualunque che, in più rispetto agli altri, vanta un primato: quello per cui da venti anni continua a far discutere gli utenti di tutto il mondo. E forse è stata proprio la sua diffusione capillare, quasi endemica, ad aver innescato questa sorta di odi et amo nei suoi riguardi.