12 mesi or sono, veniva lanciato in Italia Spotify, in concomitanza con la prima serata del Festival di Sanremo. La piattaforma svedese dedicata allo streaming, il più popolare servizio di musica in streaming on demand, il più usato sulla rete, ha contribuito, durante questo suo primo anno di vita, a cambiare le abitudini dei nostri connazionali che amano ascoltare musica sempre e ovunque: in mobilità, di fronte al computer durante l’orario d’ufficio oppure comodamente seduti in salotto. Dal suo lancio sono cambiate molte cose: prima dell’anno scorso, i nostri hard disk erano pieni di tutti i file che scaricavamo per poi riversarli nei nostri smartphone e nei nostri lettori mp3. È stata proprio questa la prima rivoluzione di Spotify: la leggerezza. Basta hard disk, basta laptop rallentati dal peso e dal possesso della musica. Il processo, iniziato alla fine degli anni ’80 con le prime compressioni Mpeg, è stato irreversibile: la musica si è smaterializzata sempre di più fino a perdere la sua natura di oggetto per diventare servizio. Ma Spotify ha anche contribuito a differenziare l’offerta da quella delle altre realtà operanti nello stesso ambito, attirando anche l’attenzione di chi desidera accedere ad un vasto catalogo di album e brani senza mettere mano al portafogli: basta accettare qualche interruzione pubblicitaria di tanto in tanto. Funzionalità social e il supporto al servizio da parte delle aziende che producono tv e hi-fi rappresentano infine il valore aggiunto della piattaforma. Tanti auguri Spotify!!