img_6560Internet sta finendo? Questa, ultimamente, è una domanda che viene posta piuttosto spesso e per non creare confusione è bene fare qualche approfondimento. Sfatiamo subito i possibili allarmismi: no, internet non sta finendo, ma i cambiamenti in punto di comunicazione tra i vari nodi della Rete saranno epocali. L’unico rischio reale (seppur teorico, perché in pratica non dovrebbe succedere nulla) è che, nel periodo di transizione, qualcuno potrebbe temporaneamente non riuscire a collegarsi alla rete. Era il 1981 quando, per la prima volta, fu utilizzato l’Internet Protocol Version 4, ovvero il famoso IPv4. I vari computer della rete (cioè qualsiasi periferica collegabile a Internet, nonchè tutte le macchine che “ospitano” i siti web che popolano la rete) si riconoscono tra di loro tramite una sequenza di numeretti chiamata indirizzo IP. Il formato standard di indirizzo IP in uso ai giorni nostri, l’IP4, altro non è che una sequenza di 12 cifre (per un totale di 32 bit) raggruppate in gruppi da 3, separati tra di loro da un punto. Ogni terna di numeri può avere un valore che varia da 000 a 255. In questa forma, si possono ottenere circa 4 miliardi di indirizzi IP4 in totale. La domanda a questo punto è spontanea: è mai possibile che 4 miliardi di “numeri di telefono” (si, gli indirizzi IP funzionano praticamente come dei numeri di telefono) si esauriscano in poco meno di cinquant’anni? Si, perché, per questioni meramente interne, circa un ottavo di questi quattro miliardi di indirizzi non sono più utilizzabili. Oltretutto, negli ultimi 10 anni le periferiche che, potenzialmente, possono collegarsi ad internet sono aumentate in maniera esponenziale, il che comporta che gli oltre quattro miliardi di indirizzi IP sono insufficienti per le periferiche che potrebbero usarli. Ma la soluzione al problema non è tardata, ed è conosciuta col nome di Internet Protocol Version 6, ossia IPv6. Il protocollo IPv6 utilizza un altro tipo di indirizzo IP, l’IP6. Ma qual’è la differenza con il suo predecessore? È presto detto: mentre l’IP4 è formato da quattro terne di numeri da 8 bit ciascuna, a loro volta formate da cifre in base decimale, un IP6 è rappresentato da 8 quaterne di cifre in base esadecimale (per un totale di 16 bit a quaterna), separate tra loro da due punti. Con questo formato, potrebbero venire fuori un numero non identificabile a 38 cifre di indirizzi IP6, i quali, quindi, difficilmente termineranno nei prossimi 100 anni! Ma come sarà la transizione dal modello IP4 al modello IP6? La comunicazione su Internet è paragonabile ad una catena di montaggio: ogni periferica sa esattamente come interpretare i dati che arrivano dalla rete. Peccato che, con il passaggio IP4/IP6, oltre che a cambiare modalità di riconoscimento tra le varie macchine cambierà anche il formato dei dati che viaggiano su Internet. Un pacchetto di dati IPv4 è totalmente diverso da un pacchetto di dati IPv6, per cui un qualsiasi computer (che sia server, client o quant’altro) non predisposto ad IPv6 non sarà in grado di interpretare, decodificare e quindi visualizzare dati che viaggiano in formato IPv6. È facile capire che questo non è un problema dei nostri computer, perchè un aggiornamento di sistema potrebbe – quando sarà – ovviare tranquillamente al problema, piuttosto un problema dei computers, ad esempio, dei provider di servizi (le aziende che ci forniscono la connessione ad Internet), che potrebbero ritrovarsi incapaci di gestire pacchetti IPv6 e, di conseguenza, di non permettere connessioni V6 ai propri clienti. Potete dormire sonni tranquilli, però: in scala mondiale, Italia compresa, sono iniziate già le procedure per il passaggio da IPv4 a IPv6, sebbene la transizione avrà un periodo abbastanza lungo (siamo nell’ordine degli anni), e per un lungo periodo sarà fatto in modo che i protocolli IPv4 e IPv6 riescano a convivere e funzionare in maniera parallela. Ci sono dei meccanismi complicatissimi per la convivenza di V4 e V6, ma il metodo che dovrebbe essere adottato principalmente per gestire la transazione V4/V6 è quello del tunneling, che sarà in grado di far viaggiare dati IPv6 attraverso una rete IPv4, facendo in modo che per gli utenti non cambi (apparentemente) nulla!

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