imageAd ogni uscita di uno smartphone Nexus c’è sempre un gran fervore, alimentato dalla stessa filosofia di Google, il quale,ha sempre proposto device che potremmo definire ‘a regola d’arte’. Questa volta, però, Big G ha superato se stesso: Nexus 6, il primo phablet Made in Mountain View, non scende a compromessi, dall’estetica con chassis per la prima volta in alluminio alla dotazione hardware, davvero impeccabile, senza tralasciare un fatto che, negli ultimi tempi sta diventando determinante nell’orientare la scelta d’acquisto in tema di mobile technology, ovvero la memoria. L’archiviazione massiccia di video, foto e musica nei propri smartphone, riempiti di app sempre più pesanti ha portato Google a decidere di non proporre la versione da 16GB per partire direttamente da quella da 32GB. Una simile scelta ha portato a definire questo come il più grande Nexus di sempre, quanto a smartphone, la cui grandezza si riflette anche esternamente, in un 6’’ con schermo Amoled Quad HD (2560×1440), il quale però necessita di un processore potentissimo per non subire lag o rallentamenti, e per l’occasione è stato scelto lo stesso SoC del Note 4, ovvero lo snapdragon 805 quad core da 2,7 GHz con GPU Adreno 420 capace di ottimi risultati sotto il profilo grafico.
Particolarmente accattivante la batteria da 3.220 mAh, non tanto per la capienza e l’autonomia che la contraddistinguono, quanto per il fatto che con la ricarica Turbo il telefono guadagna 7 ore di autonomia con 15 minuti di carica. A bordo ovviamente Android L, la versione 5.0 del sistema operativo open source, attorno alla quale Big G ha deciso di creare un velo di mistero per alimentare la curiosità: le indiscrezioni parlano più probabilmente di una scelta in corso tra Lollipop, lecca-lecca in italiano, e Licorice (liquirizia), fomentando tutte quelle chicchere che consentono a Google e al suo Nexus 6 un lancio sul mercato mondiale che non passerà inosservato!