imageCi sono date che sono destinate a diventare capitoli nei libri di Storia. L’11 febbraio 2016, è una di quelle. Il titolo? “Albert Einstein aveva ragione”. Per la prima volta, infatti, sono state individuate le onde gravitazionali, determinate dalla collisione di due buchi neri. L’importanza di questo scoperta sta nel fatto che per decenni generazioni di ricercatori si sono adoperati per dimostrarne l’esistenza e che quest’annuncio era atteso da moltissimo tempo. La conferma di questa scoperta ci è giunta grazie a due esperimenti gemelli: LIGO e VIRGO. Entrambi hanno utlizzato alcuni osservatori fatti a “L”, tunnel lunghi circa 4 chilometri. Le onde gravitazionali rilevate sono state causate da due buchi neri di diametro di circa 150 chilometri, rispettivamente 29 e 36 volte la massa del nostro Sole. Nel momento dell’osservazione giravano l’uno intorno all’altro in una spirale che li ha portati a unirsi creando un unico buco nero 62 volte più grande del Sole. Una collisione avvenuta a circa 1,3 miliardi di anni luce da noi.Cosa vuol dire? Che è avvenuta 1,3 miliardi di anni fa. Einstein lo ha intuito nel 1916 e oggi tutto ciò è realtà. Ma che cos’è un’onda gravitazionale? Un’onda gravitazionale è una increspatura nello spazio-tempo. Einstein la utilizzava per arrivare a descrivere la struttura quadridimensionale del nostro universo: lunghezza, larghezza, tempo e profondità. Queste onde sono fondamentali perché avrebbero la capacità di allungare e restringere lo spazio-tempo nel momento in cui si diffondono nelll’Universo. Ma che rumore genera questa collisione? Un audio, registrato il 15 settembre scorso, ci permette di ascoltare l’avvenuto “scontro” tra buchi neri. È un Chirp, ovvero un segnale all’interno del quale la frequenza varia linearmente con il tempo. Dunque Einstein aveva ragione: dopo 100 anni la sua teoria della relatività è stata confermata.