imageSette miliardi di persone nel mondo, tutte potenzialmente connesse tra di loro, e il risultato sembra sempre di più quello di un’affollata solitudine: tecnologie mobili e sociali sempre più avanzate e pervicaci hanno avuto il pregio di intensificare le possibilità di contatto tra le persone di tutto il Pianeta, ma ancora non sono in grado di equivalere alla potenza di uno sguardo, al valore di un gesto, al calore di una mano. È vero: tutti noi, appassionati o meno di tecnologia, riusciamo a ‘sentire’ tutte le grandi potenzialità che le nuove tecnologie ci mettono a disposizione, ma non percepiamo il rischio di isolamento che ne scaturisce da un uso smodato. È innegabile che la venuta del World Wide Web con le varie applicazioni successivamente create, dal motore di ricerca ai social network, abbiano letteralmente rivoluzionato il nostro modo di approcciarci al prossimo, cambiando, molto semplicemente il nostro modus vivendiOgni giorno siamo a caccia di smartphone sempre più performanti in attività multimediali senza nemmeno porci il problema della connessione telefonica, ammaliati più che altro dall’aspetto ludico della tecnologia, e sempre più ignari di un qualsiasi contenuto di qualità, quasi scordandoci che ciò che è virtuale non può essere reale: e quindi non esiste. Se in campi come quello aeronautico, industriale o matematico le simulazioni virtuali sono fondamentali per affrontare le situazioni reali, lo stesso non puó dirsi per la vita quotidiana: un motore di ricerca offre risparmi di tempo negli studi e nelle ricerche, ma tutto questo risparmio è vanificato quando notizie e informazioni non vengono verificate. Dall’altra parte, se è vero che i social network offrono l’opportunità di ritrovare vecchi amici e conoscerne di nuovi, scambiarsi pareri, idee, recensioni, possono anche illudere milioni di persone rendendoci più separati che mai da una tastiera touchscreen. È questo il paradosso: ci sentiamo ripetere ogni singolo giorno che viviamo in un mondo iperconnesso dove nessuno (o quasi) è escluso, ma con ciò è andata creandosi una cultura della comunicazione che rende difficile, se non impossibile, ritagliarsi spazi e tempi per riflettere e comunicare senza distrazioni. “In un mondo che esige risposte in tempo reale abbiamo perso la capacità di affrontare problemi complicati”. In sostanza, nell’epoca 4.0, contrassegnata dal trionfo del più performante mezzo di comunicazione di sempre, il contenuto della comunicazione si è svuotato, rendendoci più soli, in una affollata solitudine.