imageChe il CES di quest’anno sia stato palcoscenico della tecnologia indossabile non c’erano dubbi, e anche Intel ha detto la sua, svelando un nuovo chip pensato appositamente per i dispositivi indossabili e la tecnologia RealSense, conosciuta perchè già impiegata in alcuni tablet e notebook, che può trovare applicazione anche per altri device, tra i quali anche i droni. Si tratta del modulo Intel Curie, un prodotto hardware di dimensioni ridotte (misura quasi quanto un bottone) basato sul primo System-on-Chip (SoC) dell’azienda. Questo piccolo modulo trova applicazione nei dispositivi c.d. wearable, con una memoria flash integrata di 384 KB, 80 KB di SRAM, un sensore combo a sei assi accelerometro/giroscopio, un chip Bluetooth LE e un circuito per ricaricare della batteria. Onde garantire un effettivo utilizzo non solo su device intelligenti, ma anche sui vestiti, Intel ha annunciato collaborazioni con diversi marchi della moda e nel corso del keynote, il CEO dell’azienda di Santa Clara ha esemplificato alcune delle possibili applicazioni di questa tecnologia, che permette, ad esempio, di sbloccare lo smartphone con il semplice riconoscimento facciale, oppure utilizzare un’applicazione tramite gesture e comandi vocali. In particolare, ha colpito la possibilità, per un dipendente non vedente di Intel, di “sentire” le persone, venendo avvisato quando troppo vicino a qualcuno o quando qualcosa si sposta troppo velocemente, e tutto questo grazie alle videocamere RealSense integrate nell’abito. Anche i robot per la navigazione autonoma e i droni possono avere a bordo queste piccole ma quantomai utilissime videocamere, riprendendo l’ambiente circostante, evitando gli ostacoli. Una concezione tutta nuova del ‘personal computing’ che, con l’ascesa dei dispositivi intelligenti e sempre connessi e la rivoluzione degli indossabili, ridefinisce la relazione tra i consumatori e la tecnologia.