imageUn’idea innovativa nata in Italia. Questa l’essenza di Arduino, una piattaforma di prototipazione elettronica open-source, omonima del bar eporediese dal quale prende nome, i cui punti di forza sono rappresentati da hardware e software flessibili e intuitivi da usare. Pensato per tutti i ‘maker’, quali artisti, designers, ingegneri, architetti, creativi di ogni genere, Arduino vede la luce nel 2001 come corso di design per la didattica di Ivrea, quando le storiche Olivetti e Telecom Italia crearono in sinergia l’Interaction Design Institute, un istituto in cui si studiano le relazioni tra esseri umani e sistemi informatici; fino a diventare una vera e propria piattaforma per hardware open-source capace di coinvolgere migliaia di appassionati, aprendo così le porte ai non specialisti. L’apice del successo si è raggiunto nell’ottobre dello scorso anno, quando Intel ha prodotto la prima scheda compatibile con Arduino, dal nome Galileo. Il resto è storia di tutti i giorni. Ma cos’è esattamente Arduino? È una scheda economica, piccola da stare nel palmo di una mano, che consente l’applicazione di sensori, attuatori e altre componenti elettroniche per poi programmarle con estrema semplicità, differenziandosi dal sistema di condivisione operato da Linux per il fatto di non limitarsi al software, ma anzi permettendo la condivisione open-source anche all’hardware. Anche la musica sta sfruttando Arduino: MusicInk, progetto di due studenti del Politecnico di Mlano, hanno pensato di far suonare i disegni dei bambini. Un inchiostro conduttivo funge da sensore e ogni volta che lo si tocca, sfiora o strofina manda un impulso ad Arduino che poi lo traduce in un suono. A riprova del fatto che tutti possiamo essere ‘makers’.

“If you can’t open it, you don’t own it”

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