Potrebbe diventare memoria, la memoria di un ragazzo che voleva disegnare il web. E ci è riuscito. Il designer britannico Benjamin Redford e inventore di gadget tecnologici ha realizzato la sua personalissima opera: attraverso un’impresa collettiva, ha dato vita ad un poster 60×90 che racchiude l’essenza di internet, raccontandolo in modalità crowdsourcing. Un matrimoni tra arte e tecnologia che ha come consorti il disegno e, appunto, il crowdsourcing, uniti insieme dalla creatività. Ma cos’è il crowdsourcing? è un modello di business nel quale un’azienda affida la progettazione, la realizzazione o lo sviluppo di un progetto, oggetto o idea ad un insieme indefinito di persone non organizzate precedentemente. E’ infatti proprio dall’unione della “folla” (crowd) e della “fonte” (source), insieme all’esternalizzazione della propria attività (outsourcing), che nasce questa nuova metodologia di collaborazione.Il discorso in realtà è molto più ampio, e, per descriverlo brevemente, si deve partire dal fatto che in primo luogo bisogna riconoscere che l’intelligenza è distribuita dovunque c’è umanità, e che questa intelligenza può essere valorizzata al massimo mediante le nuove tecniche, soprattutto mettendole in sinergia. Oggi, se due persone distanti sanno due cose complementari, per il tramite delle nuove tecnologie, possono davvero entrare in comunicazione l’una con l’altra, scambiare il loro sapere e cooperare. E questa è proprio il concetto di intelligenza collettiva da cui muove il crowdsourcing. Insomma, più persone, più dettagli, maggior livello artistico per questo progetto che richiedeva di “disegnare il web”, e Redford ha letteralmente riempito il poster con disegni vari, per raccontare il web tramite fumetti, street-art e iconografie. Il poster completo sarà stampato in edizione limitata e in alta risoluzione. Tra i disegni che si posso trovare raffigurati un Pacman in elicottero, un grande gelato, robot spaziali, delle scimmie, molecole, scoiattoli. Tanti i soggetti rappresentati, che danno voce a chi il web lo vive: l’umanità.