Un team di scienziati italiani e americani potrebbe presto realizzare il primo computer analogico del nuovo millennio. I primi dati di questa nuova tecnologia sono stati pubblicati sulla rivista “Science”. I ricercatori stanno facendo esperimenti su dei materiali chiamati “metamateriali”, attraverso la manipolazione delle loro nanostrutture interne. Il settore di ricerca sui “metamateriali” ha concepito e sviluppato strutture con capacità senza precedenti, come lenti piatte, mantelli d’invisibilità, e dispositivi ottici “meta-tronici” in grado di manipolare la luce in maniera simile a come i circuiti elettronici manipolano il flusso di elettroni.Questi elementi, di fatto, se trattati nel modo opportuno sono in grado di interagire con la luce riflessa, al fine di eseguire complesse equazioni matematiche. I ricercatori hanno individuato la “ricetta” per ottenere materiali capaci di elaborare le informazioni veicolate dalla luce. In questo modo i segnali analogici possono essere trattati direttamente senza essere trasformati in digitali come accade nei computer attuali. Un passaggio, questo, che rallenta le operazioni.I nuovi materiali, che stanno nascendo fra Italia e Stati Uniti, appartengono alla famiglia dei cosiddetti metamateriali che sono aggregati di molecole artificiali le cui proprietà elettromagnetiche possono essere adattate e modificate manipolando le loro nanostrutture. Ogni materiale, sottolinea Galdi, trasforma le onde di luce che lo attraversano, il problema è farlo fare nel modo desiderato. I ricercatori hanno fatto simulazioni con un metamateriale ideale in grado di interagire con la luce nel modo desiderato. Sono state poi realizzate simulazioni con materiali (come silicio e ossido di zinco drogato con alluminio) potenzialmente adatti alle tecniche di fabbricazione attuali. In futuro il gruppo intende fabbricare e sperimentare questi metamateriali computazionali e in caso di successo cercherà di progettarne altri in grado di eseguire altre operazioni matematiche e perfino di risolvere equazioni. Cos’altro ci riserverà il futuro?