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Vedere oggigiorno i nostri personal computer come oggetti è un po’ un’eresia: sono costituiti da telecamere che permettono loro di vedere, da microfoni per ascoltare, da sensori touch per percepire e da chips per elaborare i dati raccolti. I computer ormai ci scrutano da tempo e grazie all’information technology il concetto di computer si sta ormai evolvendo da “personal” a “perceptual”, tecnologia a cui gli ingegneri dell’Intel stanno da tempo lavorando: Paul Tapp, senior productor manager del dipartimento del Perceptual Computing è convinto che la naturale evoluzione del mondo dell’elettronica sia focalizzata sulla capacità dei futuri computer di dialogare e percepire le esigenze dell’uomo sulla base dei dati raccolti attraverso il percorso seguito nel web. L’obiettivo è quello di creare un sistema di interconnessione tra diverse attori per riuscire a creare sia un software sia un hardware che possano supportare quest’idea del perceptual computer. Non siamo però così distanti da questo sogno dato che la Microsoft, con Kinect, già quattro anni fa ci aveva dato un assaggio di ciò che ci avrebbe aspettato e molti laboratori universitari non si sono lasciati sfuggire l’occasione di utilizzare il software per creare nuovi modi di interagire con i computer.La prima grande novità riguarda il tatto. “Saremo in grado di toccare attraverso il telefono”, afferma la casa statunitense. Potremo quindi usare lo smartphone per acquistare un abito e tramite lo schermo sentire la qualità e consistenza della stoffa.In futuro, funzionalità simili a quelle del cervello consentiranno ai computer di analizzare caratteristiche come colore, modelli di struttura o informazioni sui margini e di estrarre elementi di conoscenza dai supporti visivi. Ciò avrà un impatto profondo su settori quali la sanità, il commercio e l’agricoltura.I computer saranno inoltre capaci di udire ciò che conta, grazie a un sistema distribuito di sensori intelligenti che rileverà gli elementi del suono, come pressione sonora, vibrazioni e onde sonore a diverse frequenze. Interpreterà questi input per predire quando cadranno gli alberi in una foresta o quando una frana è imminente. Questo sistema “ascolterà” il nostro ambiente esterno e misurerà i movimenti, per avvertirci in caso di pericolo imminente.Il linguaggio dei neonati sarà compreso come una lingua, indicando a genitori e medici che cosa i bambini stanno cercando di comunicare.Il pensiero va subito al cervellone Hal 9000 di “2001 Odissea nello Spazio” in formato portatile, con l’occhietto sempre acceso sopra lo schermo del laptop e un microfono che ascolta tutto. Pur essendo l’idea di Intel meno fantascientifica e più industriale, viene da chiedersi se Hal 9000 non sarà veramente tra noi in un futuro, neanche troppo lontano.