musica-La tecnologia ha Rivoluzionato ogni ambito della vita umana, persino i gesti più semplici della nostra quotidianità come ascoltare musica cambiando totalmente il modo di vivere questa esperienza. Un’innovazione tecnologica che non accenna a fermarsi.In principio fu il grammofono, meglio conosciuto come giradischi, il primissimo strumento in grado di registrare e riprodurre il suono.Nel 1948, dopo la creazione del giradischi elettrico (1918) e del disco flessibile in carbonio (1920), subentra il disco in vinile (nelle sue versioni a 78, 33 e 45 giri), che fu il supporto più diffuso in particolare per la riproduzione della musica nonché il più fedele al suono.I componenti fondamentali che ne hanno permesso il successo sono stati il “solco” e la “puntina” fino all’era dell’hi-fi.All’inizio degli anni’40 compaiono sul mercato americano i primi juke-box, che ricordiamo nel telefilm “Happy days”in cui Fonzie con un semplice pugno fa partire la musica. La macchina veniva installata in luoghi pubblici e negli stabilimenti balneari, consentendo di scegliere tra vari dischi contenuti all’interno d’ esso e di ascoltarli per pochi centesimi.Con il boom discografico degli anni ’60/’70, nacque l’esigenza di giradischi portatili, che si potessero alimentare senza bisogno di una fonte elettrica; vide così la luce il Mangiadischi, alimentato a batteria.Negli anni ’60 nacque la prima forma di musicassetta (o MC o compact-cassette), che Philips mise in commercio negli anni ’70 ad un prezzo molto inferiore, dando così inizio all’era della registrazione di massa. Quello che gli permise di abbassare il costo furono: nastri alti la metà, velocità ridotta ed in particolare l’inserimento del nastro in una comoda cassetta di plastica, più piccola, portatile, protettiva e facile da inserire e levare dal registratore. La musicassetta era stata pensata inoltre per immortalare spettacoli, feste private, tentativi musicali, appunti sonori e per registrare dalla radio.Nel 1976 avvenne il salto dalla consolidata tecnologia dei dischi 45 g. e dei long playing alla registrazione ottica digitale. Ricerca che portò nello stesso anno alla nascita del CD-Audio (Compact Disc Audio). Il CD permette di poter “saltare” con perfetta precisione all’inizio del brano desiderato.Nel 1987 Sony creò il DAT (Digital Audio Tape), che permette attraverso la registrazione in digitale (e non più in analogico) maggior qualità di riproduzione del suono. Tuttavia questo prodotto ha trovato successo commerciale solo negli ambienti professionali del trattamento del suono a causa del costo più elevato, della facilità di riproduzione che minava il mercato discografico e della tutela del copyright. Simile ad una videocassetta ma con dimensioni più ridotte, utilizza anch’esso il nastro magnetico. Oggi il DAT è utilizzato dalla RAI in Italia, dalla BBC in UK, nel cinema e nella radiofonia.Nonostante il CD sia poco più che ventenne, il Digital Versatile Disc (DVD) è penetrato nel mercato di massa grazie alle sue maggiori capacità in audio e video. Così si è giunti al concetto di multimedialità: il CD non è più solo un mezzo di registrazione audio ma è uno strumento di memorizzazione, manipolazione di immagini e di suoni, esaltati dal grande aumento di accessi al web. Questo ha spinto la ricerca verso soluzioni che potessero conciliare la ancora limitata velocità di trasmissione delle reti con la sempre più grande richiesta di contenuti multimediali da parte degli utenti.Da queste esigenze è nato il formato MPEG (Moving Picture Expert Group) Layers 3, comunemente conosciuto come Mp3, il quale, utilizzando un complesso metodo di compressione, consente di “racchiudere” megabyte in uno spazio 10 volte inferiore a quello utilizzato in un CD-Audio.
Ma come suona un mp3?
In realtà piuttosto bene se si ascolta musica leggera tramite scheda audio e casse del computer; mentre non possono dire altrettanto gli orecchi fini che scelgono impianti stereo e apparecchiature professionali (come quelle degli studi di registrazione) a causa della bassa frequenza.Una rivoluzione recente sono stati i lettori portatili di mp3, ovvero dispositivi hardware in grado di riprodurre file mp3. Questo successo ha fatto sì che la ricerca sul web di file musicali (in streaming, scaricabili a pagamento o gratuiti) fosse enorme. Tutto ciò, però, ha reso inevitabile il problema della cosiddetta “pirateria fonografica”, che comporta un uso illecito dell’ opera (CD, musicassette, canzoni, filmati dal vivo, ecc…) senza il consenso degli autori, della SIAE (Società italiana autori ed editori) e dei titolari dei diritti connessi.Oltre a ciò, è recente il pensionamento da parte di Sony al famoso e tanto amato Walkman: da quando il primo Walkman marcato sony è uscito nel mercato, il colosso nipponico ne ha venduti svariati milioni in tutto il mondo. Adesso con le nuove tecnologie, nel mondo non c’è più spazio per cassette e riproduttori a cassette. La Sony ha quindi deciso di eliminarlo dalla produzione ma di continuare a mantenere il brand “Walkman” utilizzandolo su apparecchi di riproduzione digitale.Però l ‘uso smodato del lettore mp3, divenuto ormai onnipresente, ci ha resi un po’ più soli. Con le cuffie nelle orecchie, ce ne stiamo in disparte, isolati, estraniati dalla realtà,mentre una volta si tendeva a ascoltare musica in compagnia e una canzone forniva l’occasione per invitare una ragazza a ballare.La tecnologia ha fatto e continuerà a fare passi da gigante, sempre all’insegna di due parole chiave: economicità e praticità, due elementi che sono stati fondamentali per lo sviluppo e la commercializzazione a tutti i livelli.Chissà… magari in futuro basterà pronunciare il titolo di una canzone e quella comincerà a suonare, senza muovere un dito. Ma niente sarà paragonabile al piacere di sognare a occhi aperti appoggiando il braccio metallico del giradischi sul disco in vinile e guardandolo girare mentre suona la nostra canzone preferita.