imageIl web oggi contiene un’enorme massa di testi italiani che subiscono i numerosi stravolgimenti che internet introduce in ogni settore della civiltà umana, aprendo orizzonti, chiudendo pagine, lasciando dietro di sé tracce continue da relegare nei libri di storia. Dal punto di vista dello studio della grammatica, la semplice esistenza di questi testi elettronici permette oggi di risolvere in modo nuovo alcuni problemi tradizionali. L’uso del web come corpus di riferimento è infatti una prassi ormai consolidata, a complemento delle grammatiche o dei vocabolari tradizionali, per di più aggiornato quesi in tempo reale, in base alle espressioni che, di volta in volta, entrano in voga nell’uso comune della lingua italiana. Come cambiano, dunque, le lingue (nello specifico, quella italiana), e come resistono all’esplosione di modi di dire virali che si impongono sul lessico dei ragazzi di oggi? L’influenza dell’uso popolare è decisiva e spesso porta a cambiamenti drastici, generando così un certo malcontento in quelli che non accettano che il tempo passi e il volgo imponga ogni volta il suo modo di parlare. In principio fu l’sms, caratterizzato da un numero limitato di caratteri – 160 per lo più – a disposizione segnava il limite tra l’invio del testo su un unico messaggio e la divisione su due invii con conseguente aumento del costo. Per rimanere nei limiti si è iniziato a produrre abbreviazioni, fusioni e ridurre al minimo l’uso della punteggiatura. Un percorso progressivo e inesorabile lastricato da “tappe” come l’email, i post, le chat e che il tweet ha accelerato bruscamente. 140 caratteri disponibili, poca o nulla possibilità di perdersi in divagazioni inutili; così la virgola diventa qualcosa a cui si può e si deve rinunciare, qualcosa di troppo. Questa cesura delle regole grammaticali di base risponderebbe alle necessità della scrittura sul web, sui social network e sui dispositivi: rapidità, chiarezza, sintesi. Una cosa è certa: la nostra è una lingua complessa e su internet, di solito, la fretta suggerisce un “pratico adattamento grammaticale” (gli stessi americani fanno prima a scrivere its di it’s, o confondono you’re con your, nel comporre sms). E tra accenti che eccedono, congiuntivi che muoiono e punteggiature che non esistono, bisognerebbe chiedersi perché l’a,b,c della grammatica venga usata sempre meno e come fare per mantenerne in vita l’utilizzo. Punto. (La prossima vittima?).