imageLa lamina che riveste i robot non ha sensibilità, è un fatto. Ma con un piccolo accorgimento, rappresentato dell’inserimento di piccoli ‘peli‘ in un sensore elettronico flessibile sarà possibile rilevare i delicati passi di una coccinella e di distinguere tra flessione e torsione, proprio come fa la pelle umana. Addirittura, questo sensore potrebbe anche essere anche fissato al polso e utilizzato nientemeno che come cardiofrequenzimetro. Cosa ha ispirato questa nuova soluzione per dotare gli umanoidi di una sensibilità quanto più prossima a quella umana? Il design di questo sensore si richiama ai movimenti delle ali dei coleotteri – come spiega Kahp-Yang Suh, ingegnere alla Seoul National University. Quando i coleotteri sono a riposo, una fila di peli delle loro ali si allineano sul corpo con un tipo di attrazione statica chiamata forza di Van Der Waals. Nei sensori ideati da Suh, i piccoli ‘peli’ sono dei fogli di fibre di polimeri di 100 nanometri di diametro, lunghi un micrometro e rivestiti con il metallo per renderli conduttivi. Quando i fogli sono allineati uno sull’altro, i nanopeli si attraggono l’un l’altro e si assestano, proprio come i peli dei coleotteri. Il dispositivo viene poi cablato in modo da potergli applicare la corrente elettrica e coperto da uno strato di polimeri morbidi di protezione. Quando il foglio del sensore viene premuto, ritorto o spazzolato, i viscosi peli rivestiti di metallo cambiano posizione, provocando cambiamenti nella resistenza elettricadel sensore. Il sensore è sensibile a pressioni di soli 5 pascal, più lievi del più leggero dei tocchi. Analizzando come la resistenza cambia in seguito ad una sollecitazione meccanica e come poi recupera quando la sollecitazione viene rimossa, Suh ed i suoi colleghi hanno distinto tre tipi di sollecitazioni: la pressione, che va direttamente sul sensore; la flessione, una sorta di lieve attrito lungo la superficie, e la torsione, cioè un movimento rotatorio. Ebbene, grazie a questo sensore, i tre segnali possono essere avvertiti separatamente, proprio come accade per la pelle umana, mentre la maggior parte dei sensori artificiali non ci riesce, riuscendo a rilevare solo la forza totale applicata, senza dire nulla sulla sua direzione (dunque sulla torsione). Dei sensori tattili così delicati diverrebbero molto utili per i robot progettati per interagire con le persone, e chissà se, quanto prima, ci troveremo dinanzi a un umanoide indistinguibile da un umano!