imageIl Salone Internazionale del Mobile di Milano ci sta stupendo giorno per giorno, e oggi vogliamo parlarvi degli elementi che Microsoft ha pensato di mettere in connessione non solo tra loro, ma con i visitatori della fiera: un cubo, milioni di pixel, infiniti bit, Kinect e Lumia, nel cuore del FuoriSalone, simbolo nel mondo della creatività e dello stile, si fondono e vengono reinterpretati dal visual designer e art director Sergio Pappalettera che rende l’idea di una tecnologia che libera la creatività, lavorando con essa e per essaLo spazio di Via Tortona che ospita l’installazione è “costruito” utilizzando quale elemento primario il cubo che, col suo numero infinito di bit, avvolge letteralmente lo spettatore senza con questo trascurare la definizione di aree, elementi e del loro utilizzo, consentendo ai visitatori di vestire la parte dei protagonisti a questa performance live e di vederne il risultato finale, dall’interno e dall’esterno del cubo. Come? Semplicemente posizionandosi davanti all’installazione: mentre i tablet Surface 3 fungono da strumenti musicali, il visitatore vede la propria immagine rispecchiata su tutti gli elementi, e i sensori Kinect ne catturano i movimenti rielaborando digitalmente il corpo umano in forma astratta. Il risultato è registrato in miniclip che, trattate e trasformate, diventano opere d’arte digitali proiettate sugli schermi degli smartphone Microsoft Lumia, disposti in diversi punti interni ed esterni dell’installazione, amplificando così il messaggio volto a sottolineare il forte legame tra creatività artistica e sintesi digitale che si traduce e si esprime nella sinergia uomo-macchina, che nei mondi mediati dalla tecnologia si intersecano, dando vita alla performatività delle nuove tecnologie, una materialità vista come messa in scena partecipativa del nostro corpo. Questa idea di performatività pone in primo piano la componente attiva della comunicazione, rimandando ad un processo comunicativo che si basa sul gesto, sulla comunicazione di sé. Perché la tecnologia non intrappola, ma, al contrario, dà la possibilità di esprimersi senza doversi per forza esporre.